Il regista piu’ interessante del cinema d’anteguerra e di guerra insieme a Mario CameriniNato a Roma (1900 – 1987) si laurea in legge e comincia a lavorare come giornalista e critico, esordendo nel cinema con un film d’avanguardia, Sole del 1928. Successivamente diresse Nerone con (1930), Resurrection e Terra madre (1931), Palio e il documentario Assisi (1932).
Cominciò a mostrare una predilezione per i film in costume e per la ricostruzione; di questo periodo sono infatti 1860 del 1933 sullo sbarco dei garibaldini in Sicilia e Vecchia guardia del 1934. Segue la tetralogia storica: Ettore Fieramosca (1938),un film che si rivede anche oggi con piacere, anche se tutto interno alla polemica nazionalistica politica anti-franceseUn’avventura di Salvator Rosa (1940), La corona di ferro (1941) e La cena delle beffe (1941).
Nel 1942 diresse Quattro passi tra le nuvole, storia della giornata di un umile impiegato; film non a torto ritenuto precursore del neorealismo, movimento nel quale il regista tentò di inserirsi anche con Un giorno nella vita (1946).
Fra il 1934 e il 1947 realizzo anche diverse regie teatrali. Dopo un ritorno al genere storico di mediocre risultato, Fabiola, 1949, tornò al genere intimista in cui si affrontavano temi piccolo-borghesi, con Prima comunione (1950), che fu premiato alla Mostra di Venezia.
Nella continua ricerca di un genere sempre nuovo, nel 1952 cercò di promuovere i film a episodi tratti da testi letterari: Altri tempi, ovvero Zibaldone n1, che replica nel 1954 in Tempi nostri
Le esperienze successive sono un felice compendio fra satira bonaria e temi realisti:
Peccato che sia una canaglia, 1955; Io, io, io….e gli altri, 1966.
C’è anche un tentativo di film-inchiesta Io amo tu ami del 1961. Nel 1966 diresse La ragazza del bersagliere. In seguito si dedicò alla televisione realizzando Storie dell’emigrazione (1972), L’arte di far ridere (1974). Blasetti muore a Roma all’età di 86 anni.