Nato a Taggia nel 1886, esordì al cinema nel 1913. E stato uno dei più importanti registi della stagione doro del Cinema italiano negli anni Dieci, nel corso della quale ha diretto con successo le maggiori attrici dellepoca e si è distinto per luso del primo piano, specie nel film Malombra (1916). Regista, noto soprattutto per aver realizzato versioni cinematografiche di opere liriche in gioventù fu poeta e drammaturgo. Dal primo decennio del secolo Gallone iniziò a scrivere e dirigere film quasi tutti interpretati da sua moglie, Soava Gallone, una delle grandi dive del periodo. Tra i primi successi si ricordano La figlia della tempesta (1920) e Gli ultimi giorni di Pompei (1926). Con l’avvento del sonoro, Gallone si specializzò in film musicali, come Le Chant du Marin (1932), e in riduzioni di opere liriche interpretate dal tenore Beniamino Gigli. Seguirono film storici come Scipione l’Africano (1937) ( Famosa la scena che vede i legionari romani con l’orologio al polso) kolossal d’ambientazione romana divenuto un classico del cinema retorico filo-fascista a celebrazione dei successi della guerra d’Etiopia (allora Abissinia), e Cartagine in fiamme (1959). Del film Scipione l’Africano, Gallone dichiarò: «Se il film non piace al Duce mi sparo». Il film in effetti non entusiasmò Mussolini, ma fu ugualmente premiato al Festival di Venezia ed ebbe un buon successo. Dopo la seconda guerra mondiale, realizzò altre trascrizioni operistiche, tra cui Rigoletto (1947), tratto dall’opera di Giuseppe Verdi; Cavalleria rusticana (1953), tratto dal melodramma di Pietro Mascagni; e Madama Butterfly (1955), dall’omonima opera di Giacomo Puccini. Gallone firmò anche alcuni film della serie di Don Camillo ispirati ai romanzi di Giovanni Guareschi e interpretati da Fernandel e Gino Cervi: Don Camillo e l’onorevole Peppone (1955) e Don Camillo monsignore… ma non troppo (1961). Morì il 4 Aprile 1973 a Frascati.