GENINA

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ugino di Mario Camerini,Genina nacque a Roma all’inizio del 1892. I suoi lo avrebbero voluto ufficiale di marina, ma lui, frequentata la facoltà d’ingegneria (che poi abbandonerà), esercita funzioni di vice per la critica drammatica sulla rivista Il Mondo, scrive drammi e, su consiglio dell’amico Aldo De Benedetti, soggetti cinematografici. Uno di questi viene accettato dalla Film d’Arte Italiana (Beatrice d’Este, 1912) e un altro da Baldassarre Negroni, L’anima del demi-monde (1913). In quel medesimo anno esordisce nella regia col film La moglie di Sua Eccellenza, girato a Barcellona dalla Cines. Genina non si collocò di certo come innovatore. Se ebbe la stoffa per farlo, non ne ebbe indubbiamente la volontà. Troppo faticoso. Tanto più facile e fruttuosa l’analisi delle passioni coniugali sul punto di spegnersi. I suoi limiti lo bloccavano alla riproposta di opere teatrali già famose, come Addio, giovinezza! (1918), La maschera e il volto (1919) o il Cirano di Bergerac (1923).  Emigrato durante gli anni della crisi del cinema italiano, Augusto Genina fornì proprio all’estero le sue migliori prove di regia; al suo rientro in patria divenne uno dei più fervidi celebratori ufficiali del regime fascista. Nel 1926 è in Germania, agli inizi del sonoro in Francia (1930) e successivamente ancora negli studi tedeschi. Nel 1936 gira in Italia Squadrone bianco e rimane sul set sino al 1955 dove si ricordano sopratutto i film:L’assedio dell’Alcazar (1940), Bengasi (1942).  Dopo una lunga relazione sentimentale con l’attrice Carmen Boni, si era sposato con Elizabeth Becker, in arte Betty Becker, nordamericana.