IL NEOREALISMO ROSA

 

A cominciare dagli anni Cinquanta, anche in concomitanza con il mutato clima politico, il Neorealismo entra in crisi, o vede comunque mutare alcuni suoi connotati. Si fa largo un Cinema che concepisce il rapporto con la realt�  come deformazione caricaturale dei suoi aspetti pi� pittoreschi e innocuamente popolari e che trova il proprio sfondo ideale in una provincia dominata dal campanile e da antichi e solidi valori contadini, appena turbati dall’incedere della modernit� . Nasce il cosiddetto Neorealismo rosa. Il Neorealismo non sa reagire a questa involuzione, sia perch� privo di un solido retroterra teorico, sia perch� i suoi rappresentanti pi� significativi come V. De Sica, R.Rossellini, L. Visconti intraprendono strade diverse, pi� o meno collegate con l’esperienza neorealista, alla ricerca di nuovi itinerari artistici ed ideali.
Dunque, il neorealismo  vira verso la commedia (di cui sar� regista tipico Mario Monicelli). Le rinate case di produzione italiane non finanziano pi� il cinema ‘impegnato’, si avvia la produzione consumistica. La commedia ‘all’italiana’ (la definizione � in quegli anni spregiativa) riuscir� tuttavia a trasmettere attraverso l’ironia e la buffoneria aspetti della societ� italiana degli anni ’50 e ’60 di derivazione ‘realista’. Molti degli autori del neorealismo rosa e successivamente della commedia all’italiana erano stati infatti autori del neorealismo, riadattati per esigenze di mercato ma senza perdere il ‘tocco’ particolare e caratteristico. 

L’influsso di questo movimento diede comunque origine ad una serie di film che ha come protagonista quelle che negli anni seguenti sarebbero diventate le “grandi” attrici del cinema italiano. A lanciarle fu un concorso di bellezza: Miss Italia 1947, da allora entrarono a far parte dell’immaginario collettivo nostrano e d’oltralpe, grazie alla fama conquistata con il cinema, attrici come 
Gina Lollobrigida, Silvana Mangano, Silvana Pampanini e Sophia Loren che dettero vita ad un divismo “casereccio”, lontano da quello di marca Hollywoodiana, animato da formose ragazze, la maggioranza di origine popolare, del tutto digiune di recitazione.
A partire dai primi anni Cinquanta, non erano pi� Rossellini, De Sica, Visconti a fare da ambasciatori del nostro cinema: i registi passavano la mano alle “maggiorate fisiche”, come le defin� De Sica, che s’imposero rendendo la vita difficile alle attrici di professione, relegate nei teatri o, addirittura costrette a emigrare in Francia.
Sempre pi� impegnate nell’interpretazione di ruoli di rilievo, le belle ragazze impararono a recitare anche con la voce, oltre che con il volto.
Nello stesso periodo di notevole successo furono i film comici- popolari interpretati dai vari 
Tot�, Aldo Fabrizi e Peppino De Filippo su tutti. I maestri di questo genere furono Steno e Mario Monicelli che nel 1958 con I soliti ignoti diede origine alla commedia all’italiana.