Il nucleo base dei Marlene Kuntz nasce da un’idea di Riccardo Tesio e Luca Bergia, che in quel di Cuneo, ancora adolescenti, si aggirano tra le mura della stessa scuola. Inizia così la ricerca del cantante, che porta alla scelta di Cristiano Godano (che suonava nei Jack On Fire). Nel giugno del 1989, i primi concerti. Risale a quel periodo la nascita del nome Marlene Kuntz. Nellinverno tra il 1989 e il 1990 la band realizza il suo primo demo. Poi ne seguono altri due, ma sempre senza esito. Nellinverno tra il 1992 e il 1993, dal momento che non accade nulla, decidono di fare un ultimo tentativo dopodiché, in caso dinsuccesso, avrebbero rimesso tutto in discussione, con la concreta possibilità di sciogliersi. Sembra questo il loro destino finché, nel giugno del 1993, su “Rockerilla” esce una recensione molto positiva del loro terzo demo: “Grande rivelazione i Marlene Kuntz da Cuneo, un travolgente impatto elettrico, sciabolate di suono che fendono i migliori tratti del rock estremo italiano; finalmente i gruppi italiani cominciano a cantare nella madrelingua in modo convincente ed efficace. Se l EP di prossima uscita manterrà le promesse di questo nastro avremo tra le mani un disco dellanno. La recensione e un insieme di circostanze favorevoli cambieranno tutto e dallidea di un mini-cd i Marlene Kuntz passeranno alla realizzazione di un album.
Arriva così nel 1994 “Catartica”, disco-rivelazione del nuovo rock italiano, capace di mescolare inni al rumore e lievi melodie. Durante il Tour successivo all’uscita dell’album l’ex-bassista dei Marlene cede il suo posto a Dan Solo. Il passo successivo li vide rimarcare la loro inquietudine esistenziale con “Il vile”, quasi il frutto di un’implosione del gruppo nel proprio dolore, che rappresentò un paio d’anni fa un punto cardine per il nuovo rock italiano. Un discorso approfondito nel successivo mini-cd “Come di sdegno
Il più recente lavoro, “Ho ucciso paranoia”, dai testi ancora una volta forti, ricercati e appassionati di Cristiano Godano, è il giusto compromesso fra l’anima più melodica del gruppo e quella più inquieta. Incorruttibili, i Marlene Kuntz di “Ho ucciso paranoia” proseguono il discorso schietto e diretto dei loro precedenti album, sulla scia di un rock livido e lancinante influenzato dal “noise rock”dei luminari Sonic Youth
Nessun calcolo commerciale, come al solito. “Mi preoccupo solo che quello che facciamo sia in qualche modo completo, che abbia un fondamento e, come creazione, sia inattaccabile da più punti di vista”, spiega Cristiano. A conferma di ciò, i Marlene Kuntz hanno lasciato all’ascoltatore la scelta di acquistare o meno in allegato all’album anche l’inedito e sperimentale “Spore”, con un sovrapprezzo di poche migliaia di lire. Con “Che cosa vedi”, ora, il loro viaggio continua. Un viaggio sempre in bilico tra rumorismo alla Sonic Youth e melodia, che li vede per certi versi vicini agli esperimenti degli italo-americani Blonde Redhead