PASTRONE

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Giovanni Pastrone è considerato il padre della cinematografia italiana; nato ad Asti il 13 settembre del 1882, dimostra subito una molteplicità di interessi: è musicista (suona il violino) ed alterna allo studio della musica quello di…ragioniere.Come tale si trasferisce a Torino nei primi anni del 900 e immediatamente si interessa al nuovo mezzo espressivo diventando nel 1908 direttore dell’ Itala Film, una delle case di produzione che diverrà storica. La figlia di Jorio (1904), La nave (1908), entrambi, film tratti da opere di Gabriele D’annunzio che rappresentano il primo esempio di cultura che si riversa nel cinema, La maschera di zorro (1909) ,  Manon lescault ,  Lucia di Lammermur  (1910) sono tra le sue prime produzioni, ma la sera del 18 aprile 1914, al teatro Vittorio Emanuele di Torino, veniva presentata l’anteprima di Cabiria. Di li a poco il film sarebbe stato proiettato nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, rimanendo in prima visione per un anno a New York e per sei mesi a Parigi. Cabiria fu il primo grande successo del cinema italiano, realizzato con enormi sforzi produttivi e straordinaria meticolosità organizzativa.Le innovazioni di Cabiria furono studiate a lungo da registi di tutto il mondo fra cui Griffith (forse il più grande regista di tutti i tempi).Fra le innovazioni più importanti l’utilizzo delle lampade elettriche per ottenere effetti di chiaroscuro, l’impiego del carrello usato per passare dai campi lunghi ai primi piani, la cura delle scenografie (non più teloni dipinti ma vere e proprie costruzioni armate e stuccate. Sistema di cui Hollywood piu’ tardi farà ampiamente uso). Per questo film , egli ricorre, oltre che  a Gabriele D’Annunzio per le didascalie, anche  a Ildebrando Pizzetti per il commento musicale ( celebre la “Sinfonia del fuoco”). Pastrone  nella regia adotta lo pseudonimo di Piero Fosco e come tale dirigerà altri film tra i quali  Il fuoco  e  Tigre reale. Vero rivoluzionario della tecnica di ripresa cinematografica inventò la luce diffusa e riflessa,  il montaggio ad azioni parallele e sopratutto il carrello, vale a dire la macchina da presa piazzata su una piattaforma mobile. Le riprese avvengono in movimento e non più a immagine fissa, dando alla scena grande profondità di spazio. Fu una vera e propria rivoluzione, tanto da influenzare geni del cinema hollywoodiano come Cecil B. De mille e David Griffith.
Muore a Torino il 27 giugno 1959.