SANSON

 

Nata da madre turca e padre francese dorigine russa nel 1926, Yvonne Sanson aveva una bellezza bruna e rigogliosa. Arrivata in Italia a 17 anni per studiare, si accosta al cinema: diventa così la protagonista del film Il delitto di Giovanni Episcopo (1947), di Alberto Lattuada. Dopo il brillante intermezzo de Limperatore di Capri (1950), con Totò, la matronale Yvonne Sanson viene scoperta dal regista Raffaello Matarazzo, che a partire da Catene (1949), la affiancherà ad Amedeo Nazzari in una serie di film melodrammatici realizzati soprattutto nella prima metà degli anni 50. Diventa lattrice prediletta delle platee popolari di tutta Italia che seguono, con attenzione e commozione crescenti, le cupe vicende passionali del cinema melodrammatico, ingiustamente indicato dalla critica come responsabile del degrado culturale seguito al neorealismo. Fiumi di lacrime accompagnano le tribolazioni di mogli calunniate, madri incomprese, figli illegittimi e uomini perseguitati dal destino. La protagonista è lei, Yvonne Sanson, e la sua fama rimane indissolubilmente legata a titoli che oggi suonano patetici: Tormento (1950), I figli di nessuno (1951), Noi peccatori (1952), Langelo bianco (1955) e Malinconico autunno (1958) tra i tanti. Nonostante le sue buone doti recitative e lindubbia avvenenza, Yvonne Sanson, chiuso il periodo d’oro dei cinema mélo, ha dovuto accontentarsi di ruoli minori, come il personaggio della madre di Stefania Sandrelli ne Il conformista (1970), di Bernardo Bertolucci. La sua ultima interpretazione è stata nello sceneggiato televisivo Tentativo di corruzione (1982). Negli ultimi anni si ritira a Bologna, dove vive accanto alla figlia Gianna. Proprio nel capoluogo emiliano si spegne a causa di un aneurisma, nella notte tra il 23 e il 24 luglio 2003, alletà di 77 anni.