telefoni bianchi

La stagione cinematografica dei telefoni bianchi ha interessato un breve periodo di tempo, dal 1936 al 1943 e si contrappone al  cinema pedagogico con le sue ambizioni epiche, realistiche e propagandistiche. Il nome proviene dalla presenza di telefoni bianchi nelle sequenze di alcuni film prodotti in questo periodo, sintomatica di benessere sociale, atto a marcare la differenza dai telefoni neri, maggiormente diffusi.Il cinema dei telefoni bianchinarra storie sentimentali a lieto fine, aventi per protagoniste segretarie spensierate e giovani rampanti,in cui l’idea dello sfarzo e del lusso era comunicata da immancabili telefoni bianchi negli interni di palazzi fintamente sfarzosi, si voleva esaltare,da una parte il galantuomo intrepido e ardente, l’uomo buono, forte, generoso e coraggioso cavaliere galante e paladino della giustizia che  le giovani sognavano di sposare (come Amedeo Nazzari) e dall’altrail cinico-strafottente-cocainomane comeOsvaldo Valenti, che con la sua compagnaLuisa Ferida,  morirà fucilato nel 1945 dai partigiani, dopo aver aderito alla repubblica nazifascista di Salò.L’origine nobile dei telefoni bianchi, viene comunemente trovata quindi nel cinema di Mario Camerini già a partire dal cinefilo Rotaie del 1929  Successivamente nel film Gli uomini che mascalzoni del 1932, Camerini percorse una Milano rinnovata nell’aspetto, offrendo al pubblico anche divertimento e spensieratezzaAltri titoli significativi sono: La segretaria privata (1931) di Goffredo Alessandrini;  Darò un milione (1935) e Il signor Max (1937) di Mario Camerini;  L’avventuriera del piano di sopra (1941) e Il birichino di papà (1943) di R. Matarazzo. L’aspetto più vistoso che caratterizza queste commedie è la totale assenza di riferimenti alla realtà politica del paese e ai segni anche esteriori del fascismo. Oltretutto, nella maggior parte dei casi questi film sono ambientati a Budapest e non di rado derivano da romanzi o commedie ungheresi.Il cinema dei telefoni bianchi è anche il cinema degli attori che riscuotono grande successo di pubblico.Tra gli interpreti migliori e più indicativi di questo periodo si ricordano principalmenteVittorio De Sica, che interpreta una serie di commedie brillanti che hanno molto successo all’epoca e possono ancora oggi essere riviste con piacevolezza: La segretaria per tutti (1931), Gli uomini che mascalzoni (1932), Grandi magazzini (1939).Una delle attrici più rappresentative di queste produzioni è invece, Alida Valli, che deve la sua popolarità a questo fortunato periodo, anche se seppe dimostrare, in seguito, di avere doti drammatiche e uno spessore recitativo, che la fecero conoscere anche all’esteroIl cinema dei telefoni bianchi, proprio per il suo carattere di fuga dalla realtà quotidiana attraverso l’attivazione di astratti modelli di comicità teatrale e per l’implicita celebrazione di ideali di vita piccolo borghese, venne a posteriori considerato l’espressione più subdola e nefasta del conformismo caro al regime, perfettamente funzionale al progetto politico del fascismo, che si basava appunto sul consenso delle classi medie. Il genere passionale durò praticamente fino alla fine degli anni 40, dopodichè prenderà il sopravvento il neorealismo che sarà la fortuna del cinema italiano nel mondo.